Il grido dell'aquila
Karin Smirnoff
Marsilio, pubblicato nel 3 ottobre 2023
448 Pagine
Lisbeth Salander, una delle mie protagoniste preferite di sempre, è tornata in un nuovo sequel della serie di Millennium.
Karin Smirnoff è ripartita dal terzo libro firmato Stieg Larsson, La regina dei castelli di carta, per proseguire la storia di una delle coppie più famose di sempre: Lisbeth Salander e Mikael Blomkvist.
La storia si sposta da Stoccolma a Gasskas, un piccolo paesino nel nord della Svezia.
Per motivi diversi Lisbeth e Mikael si ritrovano entrambi lì.
Lisbeth si ritrova improvvisamente a prendersi cura di sua nipote tredicenne, Svala. Solo per un paio di giorni, si era detto, ma finisce inevitabilmente, e a modo suo, per affezionarsi.
Lei e la ragazzina hanno moltissime cose in comune: un'intelligenza sopra la media, il carattere introverso e soprattutto la predisposizione innata per i numeri.
Mikael invece è lì per il matrimonio di sua figlia.
Sta affrontando un periodo complicato perché Millenium adesso esisterà solo sottoforma di podcast, e ancora non riesce ad accettarlo.
Il suo fiuto per le notizie però rimane sempre impeccabile e capisce subito che il genero, il City manager, è invischiato in affari non troppo puliti.
Il libro sviluppa inizialmente queste due storie separatamente, ma quando un uomo minaccia il genero, e di conseguenza la famiglia di Mikael, le strade di Mikael e Lisbeth si incontreranno.
Ho trovato molto interessante la scelta di un punto di vista femminile nella serie di Millennium, e infatti, tenendo ben in mente che non si sta leggendo un libro di Larsson, il personaggio di Lisbeth è del tutto inedito.
Non possiamo sapere se la Lisbeth di Larsson avrebbe accettato di occuparsi di una ragazzina, ma la Lisbeth di Karin Smirnoff è più addolcita. Svala sarebbe stata affidata ai servizi sociali e memore della sua esperienza da bambina, accetta di aiutarla. Sarà anche per il fatto che Svala sembra proprio una Lisbeth in miniatura.
Nonostante questo conserva la sua rabbia nei confronti degli uomini e la sua aggressività, anche se attenuata.
Sono profondamente legata al personaggio di Lisbeth e a tutte le sue più particolari caratteristiche, non so ancora come mi abbia fatta sentire trovarla in una nuova veste, quello che è certo, però, è che ho apprezzato l'audacia dell'autrice in questo.
Personalmente ho trovato Mikael Blomqvist un po' più fedele. Attualmente non riesce ad accettare che i tempi siano cambiati, che nessuno legge più riviste cartacee, e che purtroppo il futuro va in una direzione diversa.
Oltre a questo deve fare i conti con un rapporto molto complicato con la figlia. Si può dire che lui non ci sia mai stato per lei, ma vorrebbe rimediare costruendo un legame con il nipote, ma proprio durante il matrimonio, viene rapito.
Con Il grido dell'aquila Karin Smirnoff dà un nuovo contributo alla serie di Stieg Larsson, che l'aveva pianificata perché fosse sviluppata in dieci libri.
Affronta tematiche sociali importanti come la questione ambientale, la misoginia e la violenza, in una storia del tutto thriller.
La trama è avvincente, la sua scrittura molto scorrevole e soprattutto ho ritrovato la mia amata ambientazione nordica, che in questo caso è più nordica che mai!
Non è un libro da leggere come primo approccio, è fondamentale infatti aver letto la serie di Larsson.
Sono molto curiosa inoltre di scoprire cosa ci riserveranno in futuro questi nuovi personaggi!